WEIRD. – A Long Period Of Blindness
(Lady Sometimes, 2015)
Un filo rosso lungo ma sottile unisce l’underground romano a un lessico musicale dominato da riverberi, distorsioni e granitiche pulsioni elettriche. Senza risalirne l’intera palingenesi, il terzetto dei Weird. ne rappresenta in maniera credibile l’incarnazione più giovane e attuale, sintesi di una molteplicità di esperienze, dai vortici shoegaze all’epica del post-rock dal più immediato impatto emotivo, fino alle visioni policrome di una psichedelia in continua trasformazione.
Quella condensata in “A Long Period Of Blindness”, secondo lavoro della band romana, è infatti ben più dell’adesione al revivalismo dell’estetica shoegaze, benché di quella temperie sonora le otto tracce del lavoro rechino più di un carattere. La capacità in essi mostrata dalla band di non appiattirsi su un unico modello passa infatti per un impianto ritmico pronunciato e per una materia sonora granitica, che alterna senza evidenti iati la consistenza liquida di riverberi luminosi a spasmi rumorosi robusti, in grado di deviare in un attimo il corso di un brano (si veda ad esempio l’impennata che sferza il sogno in odor di Slowdive di “Dead Wax”).
Succede così che, a differenza di tante sovrabbondanti prove di tardo shoegaze, i quaranta minuti di “A Long Period Of Blindness” volino via scorrevoli, sulle ali di melodie evanescenti, che solo la densa grana di ritmiche e chitarre a tratti più roboanti riesce, a stento, a mantenere ancorata a terra. La musica dei Weird. viaggia infatti a sospesa a mezz’aria, dispensando visioni di orizzonti abbaglianti, che si può solo sognare di poter raggiungere.