WEIRD WAR Weird War Furastico, dissoluto, istrionico. L'accoppiata Neil Hagerty (Royal Trux) e Ian Svenonious ("reverendo" frontman dei Make-Up) regge bene la prova: blues, funky, psichedelia; ammiccamenti groovy, falsetti sfrigolati in puro Prince style: "Bergers and fries" e "I live in a dream", con tanto di coretti femminili ad incapricciare il festino, disegnano e carnalizzano un progetto che conquista e affascina- un progetto nel quale ogni colpo è ben assestato. Merito soprattutto della chimica che sembra legare questi due spericolati "rischia tutto": l'esordio "Weird war" è pura guerriglia del miscuglio, ottimamente calibrata. Neil, col suo scarno chitarrismo, intesse, sottolinea, appiccica, risponde al richiamo di Ian- un bell'esempio è "Pick up the phone and ball": un gioco a due per chitarra e voce. Nella catapecchia scricchiolano le assi ai muri- "Family cong" s'impenna nelle tonalità alte dei vocalizzi, misurando l'aria profana, inevitabilmente surriscaldata, mentre a "Weird war", sussurrata da una voce femminile, non rimane che sospendere, quasi per caso, le danze- come una breve folata di vento o un rilassato spiffero; poi tocca a "Man is money". E all'inizio? "Baby it's the best": irresistibile groovy demon impregnata e sollecitata dal riff irresistibile e vorticoso di chitarra e dal falsetto a vene scoperte che funesta e innalza il titolo. In "Who's who" Neil e Ian combinano un intrepido intreccio vocale: maschile e femminile, si direbbe... Guerra aperta in queste tredici mine vaganti. Trentuno minuti e cinquantasette secondi: giusto il tempo di arrivare al traguardo.