Il progetto vede la luce nel lontano 1996,in coda alla seconda grande ondata generazionale che ha sommerso il frastagliato arcipelago dell’hip-hop italiano ed ora,con i piedi ben piantati nelle contraddizioni di questo inizio millennio,si appresta a festeggiare i suoi primi dieci anni di attività. Si perchè la Wetworks Kru,collettivo di stanza a Chiaravalle,è a tutt’oggi uno dei segreti meglio mantenuti del sottobosco musicale italiano: un complesso in grado di cavalcare con maestria il battito liberatorio della musica nera,percuotendolo con sferzate di elettronica pallida e fluorescente,che sa mescolare la crudezza irriverente e saporosa del dialetto con la delicata complessità del prosare in versi. E se all’esordio sulla grande lunghezza,”Rumori distorti” datato 1999,il gruppo non temeva di puntare alto fino a raggiungere vette di toccante spleen romantico,quasi Byroniano,per così dire,ne di sferrare ben assestati fendenti sotto la cintura,indirizzati là dove fa più male,è comunque con “Dove eravamo rimasti” (2004) che l’evoluzione della “Wet” può dirsi ormai estesa e compiuta sotto l’egida di un sound rotondo,onusto di groove,acido e incandescente che funge da propellente per rime al calor bianco,sciorinate con l’attitudine e la passione di chi crede fermamente in quei valori che da sempre costituiscono le fondamenta dell’hip-hop. Come dire “Vecchia scuola,quando si rinnova...”. Accorrete in massa o spargete la voce e ricordate che voi l’avete saputo qui,in anteprima e del tutto “confidential”,per cui...zitti,zitti!