Windsor for the Derby C'e chi ha fatto notare come la leggerezza sia una qualità apprezzabile nelle arti, la dove stia a significare capacità nel colpire l'immaginazione senza ricorrere a facili e grevi espedienti, non certamente vacuità e inconsistenza. La leggerezza dei Windsor For The Derby è quella di chi ha deciso fin da subito di abbandonare le zavorre ideologiche e musicali dell'hardcore: grevità, velocità, coscienza politica (intesa nel senso di partecipazione), e di rinunciare a raccontare il reale. Il gruppo naviga in un mare della tranquillità fatto di arpeggi di gusto minimalista "Fat Angel". "Skinny Ghost", vibrazioni profonde ed appena avvertibili "Bass Trap" e sperimentazioni modali "When I See Scissors". Se si aggiunge poi che l'album è stato registrato da un gruppo che non c'è, i cui componenti non si incontrano che raramente e preferiscono comporre a distanza le proprie parti affidandone al chitarrista e produttore Adam Wiltzie (Stars of the Lid) l'assemblaggio, si deduce quanto poco i Windsor For The Derby avvertano il peso dei condizionamenti urbani e territoriali tipici dell'hardcore, raro esempio di gruppo che, consapevole, non appartiene geograficamente e politicamente ad alcuna scena.