Riferimenti agli anni Settanta di soul, hard rock e glam abbondano, sia da un punto di vista sonoro che nel recupero di cliché e significanti volti a dipingere Tumor come sregolato rockeur in cerca di bagni di folla. «Hate me like no other lover, baby / Tell me, lately, do I drive you crazy?», canta nella sprezzante ballata psych Super Star. Oltre alla magnetica personalità di Tumor, ciò che impedisce a Heaven To A Tortured Mind di sconfinare in un’indulgente retromania, è l’impianto pressoché fulmineo dei pezzi: fatta eccezione per la sopracitata Kerosene!, i brani scorrono rapidi e riescono a mantenere alta la tensione grazie a minori ma incisivi cambi di rotta o effetti sorpresa. La doppietta Romanticist/Dream Palette è indicativa in questo senso. Unite da un concitato crescendo di percussioni e sample di fuochi d’artificio (strategia già adottata da Tumor in Experiencing The Deposit of Faith), i due brani vedono il sorprendente compenetrarsi di una sublime ballata RNB in duetto con Kelsey Lu e di una vorticosa suite psichedelica trainata da un aggressivo basso e i vocals disperati di Tumor e Julia Cumming.