"Mi piace l'idea che per la gente la musica sia come una religione: ognuno cerca la propria via per seguirla e i club diventano un luogo di culto. Per questo ho scelto Cleric come nome, perché mi piaceva l'idea di essere colui che celebra il rituale della techno". Così parla Jorden Hodgetts, in arte Cleric, quando durante un'intervista gli hanno chiesto il perché della scelta del suo monicker. Nato a Manchester, città dal passato musicale importante e per un certo periodo un punto nevralgico della scena, tanto da ricevere l’appellativo di “Madchester", la techno di Cleric è figlia di quel cielo post-industriale, diretta ed essenziale. La sua carriera inizia nel 2012, quando fa uscire, quasi in incognito, le prime produzioni su Sonntag Morgen e Archetypes. Nel 2014 viene scoperto da Len Faki, che subito crede nel talento di questo giovane artista e gli commissiona due uscite su Figure, etichetta che in quel periodo era punto di riferimento per tutta la techno europea. Nel frattempo Jorden inizia a lavorare su Clergy, label in vinile su cui nel 2015 fa uscire l'Ep "Distant Chaos", che contiene la traccia "Blitz", un viaggio techno che “infiamma” le consolle di tutto il mondo. Da questo momento è un susseguirsi di date nei migliori club e festival nei quattro angoli del globo. Immediatamente notato da quel luogo culto che è il Berghain, ne è diventato negli anni un habitué in consolle. Il Batofar di Parigi ha usato per definire i suoi dj set la parola "trascendentale". Dopo diverse altre uscite su Eartoground, Soma Records e la stessa Figure, oggi Cleric, tornato a vivere a Manchester dopo una parentesi berlinese, si sta concentrando sulla propria label, ormai giunta alla quindicesima uscita, e sul nuovo live Works Unit in coppia con Reflec. Recentissimo è il remix che ha fatto per lui un nome culto come James Ruskin. Sabato 25 torna a Genau, a oltre tre anni dalla sua prima esibizione torinese, ancora impressa nella memoria di chi c'era. Con lui in consolle, in apertura, il resident Black Crow