Dasha Rush inizia la propria carriera musicale molto giovane in Russia, la terra natia, per poi trasferirsi in Francia e sviluppare ulteriormente le capacità di compositrice, producer e dj, attratta soprattutto dalle sperimentazioni e dalle opportunità multimediali che gravitano intorno al mondo della techno e della musica elettronica in generale. Non sono infatti rare le sue collaborazioni con ballerini (come lo scorso Luglio all’Halle am Berghain) o artisti visivi e, negli anni, sono molte le sue installazioni e performance audio/video che trovano spazio nei principali festival d’avanguardia del mondo. Ne sono chiari esempi “Antartic Takt” (2014), presentato all’Atonal di Berlino, città in cui oggi risiede, e al Mutek di Montreal, o il più recente “Dark Hearts of Space” (2016) portato all’Unsound. Molto legata al mondo della techno, ha pubblicato lavori su label seminali come Sonic Groove e Raster Noton, anche se la maggior parte dei suoi lavori è uscita sulla label Fullpanda Records, di cui è manager e dove ha fatto uscire remixes e produzioni di nomi quali Donato Dozzy, Stanislav Tolkachev, Automat, Yuka. Le produzioni, così come i suoi dj set, vengono definiti profondi ma intensi, brutali ma dolci, nebulosi eppure limpidi. Per lei, la techno non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza per esplorare nuovi terreni: un tormentato mondo di macchine intrecciate con sogni umani in una sorta di neo-romanticismo. Proprio il suo terzo album, “Sleepstep” su Raster Noton, leggendaria etichetta di Alva Noto, è un manifesto di questa sua visione. Oggi Dasha gira il globo cercando sempre nuovi stimoli ed evoluzioni. Ne è un esempio il recente live ADD – Attention Deficit Disorder – sviluppato a sei mani con il duo AnD. O ancora i progetti LADA e 4DSound.