Detroit Forward, ovvero il domani che splende sempre sul cielo musicale di quella Motor City, «che sempre crea e raramente imita». Nuovo episodio della collana DJ-Kicks e stavolta nella sala dei bottoni c’è Theo Parrish, tra gli eroi del posto che più di tutti portano avanti un sempiterno discorso di fierezza e orgoglio cittadino, che dalla house luccicante riavvolge il nastro sui fondamentali black: dunque soul, funk e jazz a profusione a creare un intingolo radicale che, seppur efficace (Wuddaji), negli ultimi tempi rischia forse un eccessivo senso di chiusura e irrigidimento come nel caso di un altro pezzo da novanta, Moodymann, che comunque ha il pregio di metterci anche un po’ di ironia.
Ode totale alla scena di casa, 19 inediti tranne uno, firmato proprio da Parrish con Duminie DePorres (Real Deal), il mix – tecnicamente non proprio impeccabile – è forgiato su un discorso in crescendo che prevede anche bruschi stop, battendo i territori sopracitati senza lasciare sguarnite neanche strutture boom bap, metti i Nuyorican Soul sottovuoto. Partendo con i fari spenti in anonima e autoreferenziale modalitá ‘selector’, Parrish giunge man mano ad una soulful house di mestiere piuttosto canonica e docile se pensiamo al protagonista in azione (qualche anno fa a Napoli suonò per oltre un’ora funk jazz a velocità folli), che confeziona dunque un episodio senza particolari guizzi e che in particolare sconta l’assenza di quel flow autoriale che era obbligatorio attendersi.