" Culture Of Volume" Escluso dalla quasi totalità delle più importanti liste “ones to watch” e – anche per questo – il più concreto outsider della scorsa stagione, East India Youth ha preso in contropiede i più pubblicando uno dei migliori album di debutto del 2014, Total Strife Forever. William Doyle/East India Youth è un personaggio a suo modo eclettico, un Dr. Jekyll and Mr. Hyde che subisce la mutazione una volta salito sul palco. L’elegante e pacato charme tipicamente british che lo accompagna nella vita quotidiana (lo abbiamo visto ad un concerto dei Be Forest a Londra con la consueta divisa da bancario) svanisce nel momento in cui imbraccia il basso e inizia a manipolare il synth (a volte pure contemporaneamente) in modo schizofrenico. Per citare le parole del nostro report del Green Man 2014, la sua performance “sublima più volte in una catarsi emotiva quasi isterica in cui il nostro sembra perdere il controllo del proprio corpo“. Una volta capito il personaggio, non sorprende che a poco più di dodici mesi da Total Strife Forever (che in realtà risale al 2012, nella sua primissima edizione) l’inglese torni già sulle scene con il secondo album Culture of Volume. Non è quindi un tentativo di sfruttare il momento di visibilità (tra cui la nomination al Mercury Prize), semmai la volontà di mettere su disco una composizione istintiva e vulcanica. http://eastindiayouth.co.uk/ https://www.facebook.com/eastindiayouth https://soundcloud.com/east-india-youth