Freddy K, techno attivista. Così si apre la biografia di Alessio Armeni aka Freddy K, artista che sin dagli anni ’90 ha usato il dancefloor per campagne in difesa del vinile, per lanciare nuovi talenti e dare forza alla scena senza mai mischiarsi agli ambienti mainstream. Tornerà a Torino in un dj set “vinyl only” accompagnato dal debutto di Kernic, duo di dj che inaugurano la residenza in Genau. Chi lo conosce lo identifica come un maratoneta del dj set, un amante dei suoni più deviati e particolari. Altri ancora invece lo ricordano per il ruolo che ha ricoperto in M_Rec, l’etichetta del compianto amico Max_M, o ancora per il movimento “The Sound of Rome”, condiviso con personaggi come Lory D, Leo Anibaldi e Luca Cucchetti, quando nei primi ’90 smuovevano le acque della capitale a suon di rave, warehouse party e giganteschi soundsystem: proprio in questo periodo muove i primi passi da dj, creando prima la leggendaria trasmissione radio Virus (soprattutto a Mondo Radio) e il relativo “Movement”, quindi firmando per l’etichetta ACV le prime produzioni, fino ad arrivare a “Rage of Age”, il suo album di debutto del 1995 che segna però anche il testamento di quella che era la scena techno romana di quel periodo. Da sottolineare di quel periodo l’importante connessione con un Maestro come Robert Armani di cui realizza dei remixes famosi nella storia della musica elettronica. Per anni si ritira dai palcoscenici, senza però mai abbandonare veramente il mondo della techno: insieme a Sandro Nasonte gestisce Remix, uno degli storici negozi di dischi di Roma e, sempre con lui, fonda Elettronica Romana, label che negli anni ospiterà i lavori di artisti con Donato Dozzy e Giorgio Gigli. Nel 2009, si sposta a Berlino e apre Key Vinyl, etichetta di “musica per dj”, come sostiene, che spinge la visione techno-tradizionalista di Freddy. A Berlino subisce il ritorno di fiamma per i giradischi, diventando resident di Homopatik, uno dei giù importanti gay party della capitale tedesca, in cui si esibiva in set di oltre 12 ore, facendo girare esclusivamente musica in vinile. Nel 2013 la chiamata del Berghain / Panorama Bar, di cui prestissimo diventa una delle bandiere, pur senza una vera e propria residenza, grazie ai suoi infiniti e apprezzatissimi set di chiusura, in cui riesce a esprimere la sua visione a 360° della techno.