Si potrebbe parlare di Nicolas Lutz semplicemente ascoltando la sua musica, metti su un suo podcast e via andare. Un viaggio in una mente particolarmente creativa ed interessante che racconta la propria visione della musica attraverso solo ed esclusivamente l’instancabile ricerca del vinile. Un vero e proprio collezionista di dischi nel corso di due decenni, un’ossessione che gli ha permesso di spaziare tra molti generi musicali e di affinare una spiccata quanto contemplata tecnica nell’arte del djing. Questa “diversità” nei generi acquista ancor più colore se pensiamo alle sue origini.
Nicolas è nato a Montevideo (Uruguay) ed è vissuto negli anni passati in metropoli come San Paolo, Londra, Parigi, ha trascorso qualche estate ad Ibiza e ora è di base a Berlino. Questa variegata esposizione culturale, si riflette sulla sua personalità ma soprattutto nei suoi set: ha suonato al D-Edge di San Paolo, ha lavorato in diversi negozi di dischi e nell’estate del 2008 diventa resident-dj del party Monza allo Space di Ibiza. Una carriera ventennale, partita nella metà degli anni 90 sotto ispirazione di un suo caro amico Bruno Gervais, anni in cui la storia dell’artista si è costruita insieme alla storia dei suoi dischi, i suoi set sono pieni di paesaggi sonori e come detto di generi musicali che spaziano tra la techno primordiale anni’90, passando per il suono da strada con basi drum n bass e breakbeat, fino alle derivazioni ambient spazio-temporali caratterizzate da solide sfumature prog-house; tutto suonato con il beat leggermente velocizzato. Tecniche ed esperienze dell’artista sono confluite ultimamente nella fresca “My Own Jupiter”: progetto etichetta che esprime l’intensità dell’arte e la passione per il mistero, fenomeno assiduo anche nei suoi set.