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AA. VV. - Bù come l'pà - MusicClub numero 214
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AA. VV. - Bù come l'pà

AA. VV. - Bù come l'pà Nonostante la Lega ci provi in tutti i modi ad ideologizzare l'uso ed il disudo del dialetto qualche produzione artistica ancora si salva dalla deriva populista e ignorantizia della dialettica televisiva. C'è un particolare a suggellare la bontà di un'opera dialettale che non deve sfuggire: il marchio del patrocinio e del contributo economico delle amministrazioni. Nove volte su dieci il sigillo del comune di turno preannuncia nefaste e durevoli schifezze: operazioni artificiose che accozzano brandelli di pseudo tradizioni linguistiche per pasticci musicali o letterali dal sapore di topo morto. Come parlatore di dialetto mi fa veramente ribrezzo pensare come nel tempo un partito politico si sia autoeletto a paladino della difesa della lingua tradizionale. Non ne abbiamo bisogno. Potrei andare avanti a far merda sull'inciviltà delle nostre istituzioni politiche a quintali, ma in fondo a me, che cazzo me ne frega? Finchè continueranno ad essere ristampate le opere di De Andrè, Gaber, Nanni Svampa, le poesie di Tessa, Porta, Belli, la prosa di Gadda (nomi a caso che spero incendino i neuroni di qualcuno) ci sarà speranza. E dopo questa trafila francemente evitabile di parole passiamo alle cose veramente importanti: la buona musica fatta di cuore, mani e cervello fine. Bù come l'pà l'è prope bù come l'pa. Manca noma ona feta de formai nel cartù del cd e to podet n'da innach ona setimana a maia noma chel... Lo si fa abbrustolire per bene nel proprio stereo e una volta imparati i testi basterà cantarli all'occorrenza dei primi sintomi della fame. E non è per dire... tutto il ricavato dalla vendita di questo cd e di tutte le iniziative connesse andrà per la costruzione di forni per la cottura del pane in alcuni villaggi della Tanzania e del Kenya. E fin qui il buon cuore degli ideatori. Ma c'è un altro validissimo motivo per acquistare questa compilation: la buona musica degli autori, esempio della vitalità, duttilità e spontaneità della musica dialettale in tutte le sue metamorfosi. Bù come l'pà contiene dalle musiche popolari di Cansù d'ona olta e La me murusa egia (interpretate rispettivamenti dal Gruppo Internzionale Folklorico i Gioppini e dal Coro del Ducato di Piazza Pontida) al famoso L'è de albì di Luciano Ravasio. La varietà di generi è imbarazzante: dal folk al metal dei Tool Silence pe run complesso divertente, ironico, e assolutamente spontaneo. Bù come l'pà restituisce, grazie all'uso del dialetto, quella spontaneità e quella generosità che è propria dell'intero progetto. Nulla di serioso o impegnativo: amici che offrono un po' della loro quotidianità per un nobile e sentito scopo. Daga de maià a chi l'è dre a crapa de fam. Rigirate la confezione del cd quanto volete... ne troverete di ogni: calciatori, lottatori di judo, pallavolisti, rugbisti, musicisti, agenzie di viaggio, birrai, gruppi corali e folclorici... tutti a donare qualcosa di se stessi per la buona riuscita della stampa e della distribuzione dell'opera. Ma di loghi di provincia, comune, regione nemmeno l'ombra. “Am canta em bala sotabras / sensa ergognas / Am pica fò di ers / A'N Sa 'Ntend Po' Co I Tedesc” (Esempio di soggetto bergmasco in gito all'October Fest )
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