Nel panorama musicale forse in pochi si sono accorti dei Batisto Coco, una band (sarebbe meglio definirla “orchestra”) che da anni si è inventata un genere a suo modo rivoluzionarlo: fare una specie di salsa/jazz in veneziano invece che in spagnolo unendo diversi musicisti di estrazione classica e jazzistica con la comune passione della musica latina. Infatti il dialetto veneziano ben si sposa alla musica latino-americana assomigliando allo spagnolo per musicalità e dinamiche. Fatto sta che, dopo numerosi concerti in tutto il Veneto, dopo 9 album nei quali figurano brani inediti e rivisitazioni in chiave “salsa veneziana” di classici degli anni sessanta e addirittura del periodo barocco seicentesco, la band ha deciso di dare alle stampe un best of con le sue canzoni migliori, un inedito in italiano intitolato “Feisbuk” ed una promozione finalmente mirata a farli conoscere anche ai media italiani nazionali. Ne esce questo “Ciapai coe bombe” che descrive bene il percorso di questa band fondata nel 1985 e composta da ben undici elementi. Un disco colorato e divertente dove trovano spazio l’amara critica sociale ("Bombe"), la fotografia di un certo modo di essere popolari ("I marajosi di Tatiana"), la trasposizione della tradizione orale tramandata ("Nero Nero"), la fine dell’era di Casanova ("Belzebù"), le mode messe alla berlina ("Feisbùk", "Spriss"), l’ironia ("Al Sabo Sera"), l’autoironia ("Anca Massa") e l’autentica presa in giro ("Taja Tabàri"). Letteralmente imperdibili. www.batistococo.it
Pubblicato il 07/10/11