CHAMBERLAIN - Relax, enjoy the crisis
Derdan
Superstition
Moon in june
22 butterflies
Sailing soul
23 butterflies
Sparks
Not here, not there
Asteroid Blues
Sergio La Fata (chitarra)
Francesco Venti (chitarra)
Sebastiano Pisasale (basso)
Sergio Manfredi (voce)
Marco Barbera (batteria)
Un buon disco è come una chiacchierata fra amici, non aggiunge nulla allo scibile umano ma è molto gradevole. E se si parla di Brit – pop è difficile che un disco sia sgradevole, al primo ascolto. Gli Oasis incontrano l’intimismo dei Mogway: ecco le coordinate dei Chamberlain che intimano di rilassarsi e godersi la crisi e noi gli diamo retta. “Relax, enjoy the crisis” è post - brit – pop in un tripudio di trattini alti e etichette. In realtà neanche tanto post, se andiamo e ripescare Pablo Honey e i Radiohead prima maniera. Le chitarre disegnano ampie e luminose parti musicali, che possono arrivare ad occupare tutto il vano-canzone, trasformandoli in lunghi versi che culminano in esplosioni d’energia chitarristica. La voce, quando i volumi arrivano alle stelle, si muove sotto il segno di Gallagher e la prima traccia né è la prova inconfutabile. Sparks, settimo brano dei nove proposti, è il centro del nostro universo, seguita da Not here, not there, un vero prototipo post rock, al limite del citazionismo, che esplode in un ritornello che sembra scritto da un imberbe Johnny Greenwood. Chiude splendidamente il disco il blues dell’asteoride, tanto per rimanere in cielo. Un disco molto inglese, in cui ogni canzone ha un punto di forza e un debole, troppo forte, verso le sonorità d’oltremanica. Ed è questo eccesso d’amore che rende l’album come una stella a S. Lorenzo, sempre sul punto di cadere. In cielo rimangono, sicuramente, le linee di basso, che spiccano per personalità, e la voglia di cercare soluzioni sonore originali all’interno di generi ben codificati. Da tenere d’occhio e molto gradevoli all’orecchio. Al cuor si comanda?
Andrea DI Nisio
www.myspace.com/chamberlainct
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