Marlene Kuntz - Nella tua luce
Marlene Kuntz - Nella tua luce
Columbia
Partiamo da questo assunto fondamentale. Si cresce, il tempo passa, le cose cambiano. Che ci piaccia o no. Parliamo di un gruppo che per l\'Italia resta unico e per certe cose imprescindibile. Parliamo anche di un frontman che negli ultimi anni è stato vittima abbastanza consapevole del suo ego. Ma a me di solito interessa la musica. Quindi togliamo le solite seghe “dopo il pezzo con Skin si sono venduti”, “fanno solo lagne”, “si credono chissà cosa”, ecc ecc. Hanno quasi 50 anni, hanno fatto un percorso importante e discutibile, sono ancora qui, nel bene e nel male. A me questo disco piace. Lo sento intenso, pieno, nei suoni come nell\'approccio. E lo sento anche abbastanza vero, cosa che era sparita dal loro radar direzionale. Sui testi si possono dire tante cose. Godano ha il suo stile, che a volte fa centro senza appello, a volte può risultare stucchevole e barocco. Ma il disco gira bene. I cambi di passo ci sono, e ci stanno. La tensione sale e scende, i momenti dilatati, ormai da loro preferiti, attraggono. Le sferzate rock sono mature, adulte. Maniera? No. Direi consapevolezza e scelta. Sono grandi, per davvero. E fanno quello che sono (diventati). Si sono avvicinati ad una loro idea di “pop”, che per i nostalgici è fumo negli occhi. Per me ci sta. Anche perchè se pensiamo a quanti gruppi dovrebbero sciogliersi dopo i loro dischi più riusciti, staremmo a guardare un cielo di meteore estive perenni. Secondo me una prova varia e riuscita. Suonano da paura, non parlano di politica o italianate, insomma non fanno gli Afterhours. Ed è tantissimo oggi come oggi.
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Damiano Simoncini
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