Nick Cave & The Bad Seeds - Live report
Nick Cave & The Bad Seeds - Live report
Lucca Summer Fest
E\' la prima volta che riesco a vedere un concerto di Nick Cave. E se questo è accaduto devo ringraziare una persona speciale, speciale davvero. Piazza Napoleone è incantevole, come tutto il centro di Lucca del resto. Ma se accantoniamo la storia della città e parliamo di locali, club ecc ecc lasciamo stare. Noi italiani di oggi dovevamo nascere nel Rinascimento per contare qualcosa davvero. Ritorniamo al live. Arrivo bene, rilassato. Grande caldo, non troppa gente ancora. Si incontrano amici, si beve, chiacchiere. Lo ammetto, sono abbastanza carico, è un concerto a cui sono davvero felice di poter partecipare, come non mi succedeva da un po\'. Ci siamo. La direzione del festival ci ricorda quanto la Siae renda la vita impossibile a chi voglia fare qualcosa in questo paese, ma non mi demoralizzo.
Non stasera. E non avrei potuto farlo nemmeno volendo. Quali parole usare? Come definire non un personaggio, non un concerto, non una band: qui parliamo di concetto. Dobbiamo traslare. Un uomo di 56 anni, che racchiude in sé parole, gesti, immaginario, punk, folk, dark, blues, rock, cantautorato di classe, testi, amore, rabbia e visione. Storia. Eleganza, stile, approccio, sudore, eccessi, sensibilità, tecnica, efficacia.
Vecchio e nuovo, totale, destabilizzante.
Sensuale e divertente, istrionico e riservato.
Si parte piano, già con “From Her To Eternity” il decollo verticale è nell\'aria. E addio, non ce n\'è più per nessuno. Se i Bad Seeds si mostrano in versione rinnovata e ridotta (Thomas Wydler ha saltato il tour per problemi di salute), con un suono (e con degli ampli) che mi aspettavo più aggressivo, ci pensa il maestro con il suo carisma a chiudere le minuscole falle.
Voce unica, una macchina, nessun cedimento, una bomba in faccia che dal vivo esplode e lascia basiti e sognanti. Fuoco con“Tupelo”, “Deanna” e “Stagger Lee”; intimo su “Love Letter” e “God is in The House”, le nuove “Higgs Boson Blues” e “Push The Sky Away” che reggono e spingono: perfetto lui, in un completo di raso e seta nero che se lo metto io sembro un pappone della Ciociaria. Brava la band, Warren Ellis su tutti, devastante e magnetico. Due bis e finale con “Jack the Ripper”. Sono stravolto e abbagliato. Incrocio Gianni Maroccolo e ci salutiamo. Sorrido pensando a Cristiano Godano, dicevano fosse presente. Io eviterei di andare al concerto di una persona che copio in tutto e per tutto, in maniera pessima. Mi è rimasto qualcosa dentro, e capisco molti limiti, miei, della nostra terra, dei nostri artisti. Siamo ancora lontani, tanto, tantissimo. Ci vediamo a novembre Nick.
www.nickcave.com/
Damiano Simoncini
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