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SKY OF BIRDS - Rivers flow free, Lakes just agree - MusicClub numero 249
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SKY OF BIRDS - Rivers flow free, Lakes just agree

SKY OF BIRDS - Rivers flow free, Lakes just agree “Are you ready?” chiede la prima traccia di questo EP nato dalla collaborazione di personalità mature e navigate. Mario Martufi, conclusa l’esperienza con i Mosquitos, decide di fondare gli Sky Of Birds e porta con sé: Strueia cantante e polistrumentista ai tamburi; Simone Podagrosi al basso; Alberto Capocitti alla chitarra e synth e Sandro Traversi a chitarra e tastiere. Si sono incontrati tutti dopo i 30 anni, hanno imparato a suonare la chitarra ascoltando Neil Young, i Pavement, i Magnetic Fields e i Velvet Underground, risulterebbe quindi superficiale collocarli in un’unica area musicale. Il risultato è infatti il polifonico ep: “Rivers flow free, Lakes just agree” e si, bisogna essere pronti a tanto folk evocatico che miscela con sé atmosfere alt-rock ma non solo. Si respirano le atmosfere di Wenders e Fellini, le visioni di Warhol e Mondrian. Dopo le chitarre sporche e rallentate della prima traccia, con la domanda: “are you ready?” che si ripete come una nenia rassicurante, l’intro della batteria di “Collide” ci porta ad un’altra cifra stilistica più rock ma dai toni romantici: “I’m walkin’ home again/ ‘cause you’re mine/ and I know that you were born to walk the land with me”. La voce di Martufi sembra quella di un nostalgico Knopfler dei tempi nostri. “Big Formers Time” parte lentissima e nel riverbero della voce rinnova, anche a livello musicale, la grazia del loro rock il quale ora si concede anche a grinze lo-fi che si stagliano con personalità e disinvoltura anche in “Snipers”. La bonus track “A chicken with its head cut off” rilegge i Magnetic Fields e con padronanza aggiungono al pezzo di Stephin Merrit un personalissimo tono agrodolce che già diventa una delle loro personali coordinate. In solo 4 pezzi riescono a miscelare e ad opporre l’amore, l’odio, la vita e la morte, la gioia e il dolore. Gli Sky of Birds suonano della difficoltà di comunicare e di incontrarsi, di perdita, di distacco e del desiderio di trascendere da tutto questo. Citandoli, viene da rispondere alla loro domanda: “have you ever seen two worlds collide?” con loro si ed in questo EP sono riusciti a far collidere molto più di due soli mondi.
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