LORIS DALI' - Scimpanzè
12 tracce che ripercorrono gli elementi
principali della canzone italiana: un viaggio
tra il folk, il rock e il pop dove è facile
riscontrare ispirazioni e accenni a diversi
artisti nostrani: un viaggio nel tempo, da
Celentano fino ad arrivare a Mannarino.
L’album Scimpanzè si apre con C’era una
volta e Evviva l’Italia, due brani che
rispecchiano pienamente sonorità e tematiche
ben presenti nelle orecchie di chi
ascolta musica proveniente dal Bel Paese:
la formula della chitarra acustica affiancata
alla ballata che racconta storie della
realtà è stata sposata, con successo, già
da molti illustri artisti del passato, e qui
risulta di nuovo vincente. “Con le banconote
faremo i filtrini” è una frase emblematica
del terzo brano Manager, nonché
singolo dell’album, che sintetizza il significato
dell’intera track profondamente
“antisistema” e fortemente critica nei
confronti della macchina economica
moderna. Musicalmente vi si possono trovare
diversi generi ma sicuramente quello
che colpisce più l’orecchio è quell’assolo
di chitarra dopo il ritornello che riporta
alla mente le scene dei più famosi film di
Tarantino (Pulp Fiction su tutti..). Risulta
essere, senza alcun dubbio, il migliore
pezzo del disco. Di Nuovo Ubriaco è una
canzone che definirei “gotica” e dalle
atmosfere oscure: la storia di un uomo
che preferisce stare in uno squallido bar
con un bicchiere di vino, piuttosto ché tornare
dalla sua donna. Si continua con Il
Principe di Piazza Castello: se nella precedente
track si poteva beneficiare del dubbio
che il testo fosse autobiografico o
meno, qui ogni perplessità e fugata.
Canzone dall’andamento davvero calante
e malinconico di cui non c’è ancora un
videoclip ma è facile immaginarsi un’atmosfera
scura e la pioggia incessante
come azzeccatissima cornice; in realtà,
risulta essere un po’ troppo pop e fa tornare
alla mente le sonorità di alcuni dei
gruppi italiani più in voga tra le adolescenti.
Con “Rivoluzione” si abbandona la
chitarra acustica e si passa ad un sound
elettronico e sperimentale. In sottofondo
si sente chiaramente la voce di alcuni dei
principali protagonisti politici italiani tra
cui Beppe Grillo. La voce sussurrata di
Loris Dalì è una critica aperta agli italiani
che preferiscono seguire le vicende calcistiche
piuttosto che quelle politiche,
lasciando, colpevolmente, che le cose
vadano alla deriva. Si giunge alla 7° traccia
Preghiera e l'atmosfera cambia completamente.
Un ritmo latino si sposa perfettamente
con il tema della canzone: una
dedica d’amore intrisa di passione. Lo
stesso vale per Vita Coniugale, con un
Dalì tra il disilluso, il reale e il sarcastico,
che descrive una love story che si consuma
nel tempo. Se Dovessi Morire Adesso
e Funerale come suggerisce il titolo, sono
brani lenti, riflessivi e piuttosto tristi. La
sequenza degli ultimi quattro episodi del
disco sembra ripercorrere quello che è lo
scorrere temporale della vita umana,
come se l’autore si fosse proiettato nel
futuro e avesse voluto rivelare ai suoi
ascoltatori cosa ci sarà ad aspettarli.
Quasi Le 3 è un brano che sa di bossanova.
L’assolo di sax rende tutto molto retrò
dando un tocco, direi, notturno. Se confrontato
con il resto del lavoro sembra
avere una vita propria, assolutamente
slegato, il ché non ha assolutamente
un’accezione negativa. Scimpanzé sembra
la colonna sonora di uno dei film di
Sergio Leone scritta da Morricone, tutto
circondato da un coro simile a quello
dell’Antoniano. L’elemento che colpisce di
più in questo album è di certo l’elevata
propensione autobiografica dell’autore,
riscontrabile in tutti i testi. La musica non
presenta, obiettivamente, elementi innovativi
o rivoluzionari ma credo che Loris
Dalì lo sappia bene e abbia voluto esattamente
così, per avere a disposizione cornici
perfettamente in tono con le storie che
intendeva “dipingere”, in puro stile italico.
https://soundcloud.com/i-dal/sets/scimpanz
https://www.facebook.com/pages/Loris-
Dali/113669168643208?ref=bookmarks
Pubblicato il
Pubblicato il