DEERHUNTER - Fading Frontiers - 4AD
Vengo dalla delusione degli ultimi Beach House, melassa sonora indigeribile sin dal primo ascolto. E' che di que- sti tempi abbiamo gruppi dalle rare falle tecniche..tutti competenti..tutti efficien- ti...poi subentra il quid emo- zionale..qualcosa che qualcu- no ha..altri no... ecco una personalità enorme..(esteti- ca riconoscibile da un ambiente sonoro originalissi- mo).. piazzo all'ascolto la voce planante di Bradford Cox, chitarrista degli ameri- cani Deerhunter...
Un viaggiatore di sogni straordinario minato da un fisico spettrale eroso da una malattia genetica che avreb- be confuso la sua vita emo- tiva e sessuale..i cui riflessi sono le dissonanze del nuovo album iperespressionista.. “Fading Frontiers”.. un capo- lavoro di accenti elettro- pop...che recupera ...rispetto al rude “Monomania” (2013)...la melodia con tratti solo apparentemente con- venzionali...mi riecheggia ”living my life” che su tutti i nove brani si presenta come un inno alla vita (ripresa dopo un terribile incidente d'auto) un mantra pop...ma l'album non si risolve in un brano ...anzi si incontrano dissolvenze da ambient punk un po' dappertutto.... e al secondo ascolto si scoprono bellezze insospettate, affet- tazioni melodiche stemperate nelle ritmiche funk..aleggia tra le note lo spirito di Scary Monsters (Bowie) ..
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