Hermetic Electric
Credo che dal vivo la musica abbia una dimen- sione inarrivabile. E’in fondo la sua versione reale. Non è un fatto solo squisitamente fisico. La dimensione live è la frui- zione ideale, implica i sensi dell’ascoltatore in un rapporto simbiotico con l’artista. Provate a realiz- zarlo con un CD!
Mi sono ritrovato casual- mente, non conoscendo la band, alla performance degli “Hermetic Electric”, gruppo belga di passaggio qui in Italia. Tre in tutto: strumenti elettronici (machines), chitarre, voci. Alle spalle un video sincro- nizzato con gli avvolgi- menti sonori. Tutto in pro- gressioni melodiche, in un lavoro instancabile degli strumenti curati e cesellati da creatori di armonie. Quando le dissonanze incrinavano l’aria, mi sono sentito risucchiato in un viaggio dell’anima.
The Hermetic Electric, questo il nome completo del gruppo, ha chiare ascendenze dark. La parte melanconica e tenebrosa del post punk, quella dei Joy Division per intender- ci, qui (dal vivo) diventano metalliche armonie elet- tro-prog, incantamenti post rock. Negli album, tutti E.P., autoprodotti, si sente più accentuata la matrice wave. La band sembra in concerto un’or- chestra: ELFI ( Keys & Machines) HOLLY (Basses,Guitars & Vocals), MATH (Drums & Machines,Guitars&Basses) . Il nuovo mini CD è in sin- tesi una bellezza sonora. Una cover scura, semplice che nasconde un disco rotondo altrettanto nero. Una forma propria. Come dire che la musica, vedi i Radiohead, non può esse- re più custodita in nessun luogo.
Domenico Boch
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