Celebrato in Italia, e quasi del tutto sconosciuto all'esterno, il compositore, Armando Gentilucci (1939 - 1989), è stato tra i grandi sostenitori del XX secolo della musica d'avanguardia e sperimentale come veicolo di cambiamento sociale e politico; un artista di visione profonda che credeva che questi atti di creatività umana raggiungessero la vera libertà.Nato a Lecce nel 1939 da una famiglia di musicisti, Armando Gentilucci ha studiato con Franco Donatoni e Bruno Bettinelli al Conservatorio di Milano, prima di intraprendere una singolare carriera come compositore, insegnante, musicologo, critico e teorico. Imbevuto di un profondo senso di coscienza sociale, durante gli anni '60 e '70 Gentilucci divenne un membro attivo del Partito Comunista Italiano (PCI), abbracciando una visione politicamente carica del ruolo del compositore e della loro musica, in particolare la musica elettronica - come agente di cambiamento progressivo all'interno della società.Sebbene in seguito abbia addolcito la sua posizione, questo tema costituisce i principi guida sia delle sue composizioni musicali, sia dei suoi testi teorici - in particolare An Introduction to Electronic Music, pubblicato da Feltrinelli nel 1972 - prodotti in questo periodo, ponendolo al centro di un gruppo di compositori - tra cui Cornelius Cardew, Hans Werner Henze, Frederic Rzewski, Luigi Nono e numerosi altri - che si oppose all'apatia politica che aveva permeato la musica d'avanguardia e sperimentale sotto le influenze dominanti di personaggi come Karlheinz Stockhausen e John Cage .Fino ad ora, le opere che Gentilucci compose durante questo periodo ricco e carico sono state quasi impossibili da incontrare in forma registrata. Per fortuna, grazie alla recente scoperta di master tapes che incontrano il compositore al lavoro con Marino Zuccheri presso RAI Studio di Fonologia, si è aperta una finestra su questo incredibile mondo, rendendo vive le idee che a tanti sono note attraverso i suoi testi.
Pubblicato il 06/10/21