FLUXUS “NON SI SA DOVE METTERSI”
I FLUXUS sono probabilmente una delle formazioni più anomale e indecifrabili del nostro patrimonio musicale: tanto nel codice sonoro, quanto nella capacità di brillare per poi scomparire. 4 album in studio, 4 pilastri del rock nostrano in cui le liriche al vetriolo sono supportate da quel muro di suono che ha consacrato il loro live come uno degli spettacoli più violenti del Bel Paese.
E a 23 anni dall’esordio con “Vita in un pacifico nuovo mondo” il rapporto con il nostro Paese e con il presente è ancora un punto focale nella poetica del combo torinese, perciò il nuovo album “Non si sa dove mettersi” si rivela sin dal titolo come una nuova, affilata, istantanea su ciò che stiamo vivendo. Il quinto capitolo discografico nelle parole del combo torinese:
“Oggi è difficile dire a cosa appartieni, sia come scena musicale che nei rapporti con gli altri. A livello politico, ma anche sociale e antropologico, sono cambiate le cose. È più difficile trovare la strada giusta per dire quello che senti.
Quando non hai niente da dire, o non sei sicuro di quello che vuoi dire, è inutile produrre qualcosa, perché diventa solo un esercizio sterile. In questo momento forse la situazione stessa è diventata un soggetto, nel senso che alla fine vale la pena parlare del caos che ti circonda, delle contraddizioni. Anche la mancanza di chiarezza diventa un soggetto che abbiamo scoperto può essere interessante da affrontare, può essere un argomento di cui parlare in modo convincente...
Il titolo “Non si sa dove mettersi” è una citazione degli Stormy Six ed è una frase che riassume bene la situazione. Non si sa dove mettersi, c’è una mancanza di posto. È una descrizione della dimensione in cui ci troviamo tutti. È come se ti fossi alzato un attimo e ti avessero preso il posto in cui stavi prima, un po’ come il gioco delle sedie.”
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