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Julius Eastman “The N****r Series” - MusicClub Summer 2017
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Julius Eastman “The N****r Series”

Durante la sua vita tragicamente breve, Julius Eastman bruciò come un fuoco selvaggio. Un brillante compositore, pianista e cantante che, con contemporanei come Arthur Russell, Arnold Dreyblatt, Ellen Fullman, Rhys Chatham, Glenn Branca e numerosi altri, ha aperto la strada allo sviluppo della musica post-minimal, era tra i pochi artisti afroamericani al centro della scena musicale sperimentale di New York negli anni '70 e '80. Controverso, provocatorio e sfacciato, fu anche tra i primi artisti a portare i temi dell'etnicità e dell'identità queer nella sfera concettuale di quella scena; interventi che raramente andavano bene in un contesto prevalentemente borghese, eteronormativo e bianco. Purtroppo, ciò portò ad attacchi contro di lui da parte di importanti compositori come John Cage, un fattore che contribuì al degrado duraturo della sua eredità che ha appena iniziato a essere riparato. Sebbene nessuna delle opere della “Serie N****r” affermi esplicitamente che debbano essere eseguite al pianoforte – essendo composte da Eastman “per un numero qualsiasi di strumenti simili” – sin dal loro debutto al pianoforte da parte del compositore nel 1980, esse hanno quasi sempre caratterizzato la stessa strumentazione. Le registrazioni presenti all'interno sono le più antiche conosciute - risalgono al 1980 circa - e sono le uniche ad essere state realizzate durante la vita del compositore. Il primo di questi, "Crazy N***r", che dura circa un'ora, occupa l'intero primo LP della raccolta, ed è un vasto studio sonoro di densità sorprendente e moderazione minimalista che attraversa un meraviglioso gamma armonica e ritmica, con la sezione finale che utilizza lo stesso processo di "Spectral Canon for Conlan Nancarrow" di James Tenney, ma annotato in un modo più intuitivo. Il secondo pezzo, "Evil N****r", si lancia in avanti con una tonalità dal ritmo frenetico, muovendosi senza sforzo attraverso passaggi multi-tonalità, prima di raggiungere una conclusione di bella moderazione e note scarsamente posizionate. La terza opera della raccolta è "Gay Guerrilla", senza dubbio la più drammatica delle tre, che si pone, nelle parole della compositrice Mary Jane Leach, come «una strana chiamata alle armi, sia sacre che secolari».
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