PAOLO FRESU DEVIL QUARTET CARPE DIEM
Il nuovo lavoro discografico del Devil Quartet di Paolo Fresu si intitola Carpe Diem ed esce a febbraio 2018 per l’ormai affermata etichetta Tǔk Music che Paolo ha creato nel 2010.
L’album, completamente acustico, è stato registrato nel gennaio 2017 grazie all’abile maestria di Stefano Amerio presso l’ormai celebre Studio Artesuono di Cavalicco (UD). La registrazione è in formato Hi-Res che migliora sensibilmente lo standard qualitativo delle usuali tecniche di registrazione digitale dei cd.
Prodotto da Paolo con l’aiuto di tutti i componenti del quartetto e coordinato da Luca Devito, utilizza - nella scia dell’uso intelligente del mezzo artistico tout-court - la splendida immagine di copertina creata in tecnica digitale da Barbara Valsecchi e si avvale dell’ormai riconosciuto tocco grafico di Benno Simma.
Barbara vive a Milano. La sua attività comincia dopo aver frequentato l'istituto Europeo di Design. Da allora le immagini sono il suo lavoro: ha collaborato come grafica, come illustratrice e come art director con le maggiori case editrici Italiane: Arnoldo Mondadori Editore, Il Sole 24 Ore, DeAgostini, Walt Disney, San Paolo Editore, Gruner und Jhar, Bruno Mondadori, RCS Mediagroup, Società Europea di Edizioni.
Le quattordici tracce del lavoro sono equamente suddivise in composizioni di tutti e quattro i protagonisti, evidente segno di grande coesione e coerenza all’interno del progetto. Fra queste, la delicata dedica composta da Stefano Bagnoli all’immensa figura di Giulio Libano, leggendario creatore musicale di capolavori della musica italiana (leggi Celentano e Mina) ma anche direttore dell’orchestra che incise con il grande nome di Chet Baker, una delle importanti testimonianze lasciate ai posteri dal grande trombettista americano durante uno dei suoi storici soggiorni italiani.Insieme a tanta bellezza c’è anche spazio per un nemmeno tanto ironico divertissement dedicato alla sigla della soap opera più famosa della televisione italiana, vale a dire quel “Un posto al sole” che ogni sera accoglie la nazione dal lontano 21 ottobre 1996. La scelta non deve stupire più di tanto, anche considerando l’intelligente analisi di Fresu che, ben conscio del successo del momento in cui la musica jazz entrò finalmente nella casa della musica dalla porta principale, riconosce il valore delle composizioni dell’universo sonoro popolare, utilizzate per creare musica sicuramente alternativa e ricca di nuove prospettive.
Carpe Diem seguita le esperienze del quartetto di “Stanley Music” (EMI-Blue Note, 2007) e “Desertico” (Tǔk Music, 2013), festeggiando il dodicesimo anno di attività del Devil Quartet, che registrò il proprio primo lavoro per una collana curata dal gruppo editoriale Repubblica-L’Espresso nel 2006.
Opera di grande emozionalità e capacità di comunicazione è già dal suo primo giorno di pubblicazione un lavoro destinato a durare nel tempo e a ergersi a faro, per interplay e splendido esempio di collaborazione ad essa collegate, per le nuove generazioni di compositori e musicisti.
Nel disco, Fresu utilizza l’ormai mitico flicorno artigianale di Hub van Laar, la fida Bach trumpet mod. 7 e la sordina di Harmon. Bebo Ferra suona uno strumento artigianale classico creato dal liutaio Roberto Pozzi, una chitarra acustica artigianale prodotta dal liutaio Aldo Illotta e corde D’Addario. Paolino Dalla Porta suona un contrabbasso del tardo secolo IXX della liuteria Monzino mentre Stefano Bagnoli utilizza un drum set Tama, di cui è endorser internazionale, piatti e spazzole Zildijan, pelli Evans e bacchette Lantec.
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