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Aula Magna Università D'Ingegneria
Ancona (Ancona)











MARZO | MAGGIO 2016

PROGRAMMA




LUNEDÌ 21 MARZO | H 21
ENSEMBLE MUSICALE LA COMPAGNIA
in collaborazione con MUSICULTURA
I RITRATTI
FABRIZIO DE ANDRÉ: DA MARINELLA A PRINCESA
di Piero Cesanelli
in occasione dell’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO

GIOVEDÌ 7 APRILE | H 21
ANDREA SCANZI E FILIPPO GRAZIANI
FUOCHI SULLA COLLINA
omaggio a Ivan Graziani

VENERDÌ 13 MAGGIO | H 21.30
MONI OVADIA E ALESSANDRO NIDI
"IL NOSTRO ENZO"...RICORDANDO JANNACCI
nell’ambito di YFF – YOUR FUTURE FESTIVAL

COMUNICATO STAMPA

S4U Storie e suoni all’Università è la rassegna promossa dall’Università Politecnica delle Marche in collaborazione con l’AMAT che nei mesi di marzo, aprile e maggio propone tre appuntamenti musicali al Polo Universitario Monte Dago, Aula Magna di Ateneo “Guido Bossi”.
Tre incontri con tre artisti fondamentali per la cultura musicale italiana – Fabrizio De André, Ivan Graziani ed Enzo Jannacci -che, pur diversi fra loro per stili e influenze musicali, sono accomunati dalla grande libertà e dalla coerenza con cui hanno portato avanti il proprio percorso artistico. Un percorso caratterizzato da un incessante desiderio di ricerca, di sperimentazione, di curiosità, di originalità espressiva, e accompagnato da una sottile e talvolta malinconica ironia. A raccontarli, con sapienza e affetto, alcuni testimoni privilegiati della loro vita e soprattutto delle loro opere.

“L'iniziativa – afferma il Rettore della Politecnica delle Marche Prof. Sauro Longhi - si inserisce nel progetto "Ancona città universitaria" per favorire l'apertura e la contaminazione con la città capoluogo, artefici principali sono i nostri studenti. Il progetto propone un viaggio narrativo nella storia musicale degli ultimi anni attraverso i cantautori italiani che hanno scritto una pagina importante della nostra tradizione musicale popolare”.

Il 21 marzo in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, l’apertura di S4U è con l’Ensemble musicale La Compagnia, in collaborazione con Musicultura, che presenta Fabrizio De André: da Marinella a Princesa di Piero Cesanelli. Tutta l’opera di De André è percorsa da una ricerca di libertà che è da sempre la bandiera della sua arte poetica. I personaggi da lui raccontati divenuti poi familiari a tutti, sono stati collocati da un destino infausto in situazioni disperate. L’unico riscontro che questi protagonisti possono avere è quello di lasciare questo mondo per ritrovarsi poi in luogo dove tutto è controllato da un dio giusto e sereno. Piero Cesanelli che ha conosciuto ed avuto come ospite e giurato a Musicultura De André ci disegna un profilo del grande cantautore dove il video racconto, la recitazione e l’esibizione musicale live la fanno da protagonisti. Quasi due ore in cui diventa facile accedere più agevolmente al mondo di un artista che per tutta una generazione rimane un importante punto di riferimento.

Giovedì 7 aprile Andrea Scanzi e Filippo Graziani attendono il pubblico con Fuochi sulla collina, un omaggio a Ivan Graziani. Un figlio che canta il padre può suscitare malinconia o reiterare una magia. In questo caso non c’è alcun dubbio che si tratti della seconda. Coadiuvato in scena dalle sapienti parole dell’amico Andrea Scanzi, noto giornalista de “Il Fatto Quotidiano” profondo conoscitore e divulgatore della musica d’autore italiana - da Gaber a De Andrè - e grande estimatore di Ivan, ci conduce in un viaggio commosso ed emozionante alla riscoperta di uno degli artisti più innovativi, ferocemente ironici e talentuosi del panorama musicale italiano, refrattario alle catalogazioni, selvaggiamente libero. Così originale, e geniale, che in troppi lo hanno dimenticato. Forse perché non era banale. Forse perché era troppo avanti.

Come si fa a cadere nel pessimismo quando c’è la musica?, diceva Enzo Jannacci cantautore, cabarettista e attore ma anche cardiochirurgo, tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra. Fin dagli anni ‘50, ha lavorato insieme agli amici Dario Fo e Giorgio Gaber, passando dalla canzone dialettale al rock al jazz, fornendo l’ispirazione anche a personaggi come Renato Pozzetto, Diego Abatantuono, Massimo Boldi. Tra i suoi brani più noti: Vengo anch’io. No tu no, El portava i scarp del tennis, Ho visto un re, Quelli che, La vita l’è bela. Alcune di queste canzoni, diventate oramai dei classici, sono reinterpretate da Moni Ovadia in Il nostro Enzo… ricordando Jannacci in scena il 13 maggio nell’ambito di Your Future Festival. Artista versatile, curioso sperimentatore Moni Ovadia si è affermato nel teatro musicale dimostrando una sua personale ricerca espressiva; qui lo vediamo in un’inedita quanto fascinosa veste accompagnato al pianoforte da un musicista colto e sensibile come il Maestro Alessandro Nidi.

Per informazioni AMAT 071 2072439, amatmarche.net, prevendite presso Casa Musicale Ancona 071 202588.
LUNEDÌ 21 MARZO | H 21
in occasione dell’
INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO

ENSEMBLE MUSICALE LA COMPAGNIA
in collaborazione con MUSICULTURA
I RITRATTI
FABRIZIO DE ANDRÉ:
DA MARINELLA A PRINCESA
di Piero Cesanelli



Fabrizio De André: da Marinella a Princesa è lo spettacolo più intimistico messo in scena da La Compagnia e scritto da Piero Cesanelli. Con la serie de I ritratti si vogliono ridisegnare le figure di alcuni grandi artisti, noti e meno noti per il loro effettivo valore. Tutta l’opera di De André è percorsa da una ricerca di libertà che è da sempre la bandiera della sua arte poetica. I personaggi da lui raccontati divenuti poi familiari a tutti, sono stati collocati da un destino infausto in situazioni disperate. L’unico riscontro che questi protagonisti possono avere è quello di lasciare questo mondo per ritrovarsi poi in luogo dove tutto è controllato da un dio giusto e sereno. Piero Cesanelli che ha conosciuto ed avuto come ospite e giurato a Musicultura De André ci disegna un profilo del grande cantautore dove il video racconto, la recitazione e l’esibizione musicale live la fanno da protagonisti. Quasi due ore in cui diventa facile accedere più agevolmente al mondo di un artista che per tutta una generazione rimane un importante punto di riferimento.

LA COMPAGNIA
Alessandra Rogante voce solista  Andrea Casta voce, chitarra e armonica
Tony Felicioli flauto e sax  Alessandra Tamburrini piano  Piero Cesanelli voce narrante
Piero Piccioni voce recitante  Andrea Pompei contributi video

BRANI
[eseguiti dal vivo]
Ho visto Nina volare, La ballata del Michè, Lontano lontano
La ballata dell’amore cieco, Il suonatore Jones, Hotel Supramonte
Blowin in the wind, Khorakhanè, Via della povertà

VIDEO
La canzone di Marinella, Bocca di rosa, Il testamento di Tito
Fiume Sand Creek, Creuza de ma, Don Raffaè, Il pescatore
frammenti e testimonianze video più significative della vita e della carriera dell’artista

GIOVEDÌ 7 APRILE | H 21

ANDREA SCANZI E FILIPPO GRAZIANI
FUOCHI SULLA COLLINA
omaggio a Ivan Graziani



Pochi musicisti italiani sono stati autenticamente rivoluzionari come Ivan Graziani, il primo a far davvero dialogare rock e cantautorato. Amato ancora tanto ma mai ricordato abbastanza, Fuochi sulla collina è l’incontro-spettacolo concepito dal figlio Filippo, che lo interpreta come nessuno, e da Andrea Scanzi, che a teatro ha già portato con successo Giorgio Gaber e Fabrizio De André. Non un tour vero e proprio, ma una serata speciale da sfoggiare quando occorre farlo. Nei luoghi giusti, nei contesti giusti.
Il titolo fa riferimento a una delle canzoni più ispirate della musica italiana, Fuoco sulla collina, ma allude anche alla maniera del tutto personale che aveva Ivan Graziani nel declinare le sue tematiche. Negli anni affollati – i Settanta – in cui la musica d’autore si impegnava dichiaratamente, e a volte didascalicamente, Ivan cercava sempre una via tutta sua: poca politica, ma tanto sociale. Testi immediati, ma per niente semplici. E una capacità rara di inventare trame sonore mai scontate, nonché felicemente azzardate.
Lo spettacolo alterna la narrazione di Scanzi alle interpretazioni di Filippo. Entrambi ne ripercorrono la carriera e i mille snodi, cercando di stanare non solo i brani più noti (Lugano addio, Taglia la testa al gallo, Monna Lisa, Pigro), ma anche gli episodi meno famosi: i ritratti stralunati (Io che c’entro), gli squarci di provincia (Scappo di casa), gli scherzi ispirati (Motocross), la smisurata ritrattistica femminile (Paolina) e le incursioni noir (Fango).
Chitarrista personalissimo, presente in dischi esiziali di Lucio Battisti e Francesco De Gregori, Ivan Graziani era capace di azzardi spericolati (Il topo nel formaggio) e trame oltremodo evocative (Olanda). E’ stato un pioniere mai banale e goliardicamente rivoluzionario, ironico e dannunziano, eclettico e spiazzante. Nient’affatto etichettabile e per nulla disimpegnato, casomai impegnato a modo suo. Ricordarlo, oltre che è un dovere, è un piacere che Filippo Graziani e Andrea Scanzi concedono a se stessi - sul palco hanno davvero l’aria di chi si diverte – e condividono con il pubblico. Un ricordo senza cascami agiografici, ma con tanto affetto. E non meno riconoscenza.

VENERDÌ 13 MAGGIO | H 21.30
nell’ambito di
YFF – YOUR FUTURE FESTIVAL

MONI OVADIA E ALESSANDRO NIDI
"IL NOSTRO ENZO"... RICORDANDO JANNACCI



Come si fa a cadere nel pessimismo quando c’è la musica?, diceva Enzo Jannacci cantautore, cabarettista e attore ma anche cardiochirurgo, tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra. Fin dagli anni ‘50, ha lavorato insieme agli amici Dario Fo e Giorgio Gaber, passando dalla canzone dialettale al rock al jazz, fornendo l’ispirazione anche a personaggi come Renato Pozzetto, Diego Abatantuono, Massimo Boldi.
Tra i suoi brani più noti: Vengo anch’io. No tu no, El portava i scarp del tennis, Ho visto un re, Quelli che. La vita l’è bela. Alcune di queste canzoni, diventate oramai dei classici, sono reinterpretate da Moni Ovadia - anch’egli artista versatile e curioso sperimentatore che si è affermato nel teatro musicale dimostrando una sua personale ricerca espressiva – che le propone in un’inedita quanto fascinosa veste il Maestro Alessandro Nidi al pianoforte.

Il bardo dei poveri cristi
Il grande, grandissimo Enzo Jannacci ci ha lasciati. Oggi noi milanesi siamo diventati orfani e insieme a noi l'Italia intera ha perso uno dei suoi figli più autentici. È stato in assoluto, a mio parere, il più originale poeta della canzone che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare e insieme un artista della scena e del cinema inarrivabile nel suo essere stralunato e surreale. Il suo talento di musicista si esprimeva al meglio nel jazz come nel rock, ma la fonte più intima della sua prodigiosa ispirazione era l'humus poetico-culturale delle periferie urbane  e specificamente quelle della sua Milano. La "capitale morale", quando Jannacci fece la sua comparsa sulle scene della canzone e del cabaret, era una metropoli industriale in pieno ed impetuoso sviluppo, dava lavoro, chiamava gli immigrati dalle periferie meridionali orientali ed isolane dello Stivale. Ma la stessa orgogliosa città, albergava nei suoi interstizi e nei suoi sottofondi, la povera gente, i disperati, i fuori di testa, gli esclusi, i sognatori  senza voce, i terroni, gli abbandonati dall'amore e dalla vita, le puttane navi scuola da strada e da cinema. Di tutti questi poveri cristi, lui è stato il cantore assoluto. Jannacci ne ha colto, incarnato e raccontato la storia, le emozioni, i sentimenti e la vita vera. Di quel popolo ha interpretato la malinconica, maleducata e balorda grazia, ha rivelato che la poesia dei luoghi, fiorisce nei gesti impropri e sgangherati degli ultimi fra gli ultimi, nella loro grandiosa lingua gaglioffa e sfacciata.
Enzo non era nato povero cristo, aveva fatto ottimi studi in ogni senso, ma quella condizione l'aveva incorporata con arte alchemica. L'aveva assunta nel volto fisso alla Buster Keaton, nei gesti liricamente scomposti, nel modo di suonare la chitarra tenuta bloccata sotto il mento, nella fibra e nel canto della lingua vernacola di cui esprimeva l'anima e di cui aveva trasferito l'umore triste e gagliardo anche nell'italiano. Tutta questa sapienza confluiva nella sua inimitabile voce sguaiata e sul crinale precario della sua intonazione che dava vita ad un capolavoro espressivo e stilistico. Jannacci è stato un caposcuola e il caposcuola di se stesso. Con lui se ne va la Milano più struggente e necessaria. Sarà difficile andare avanti.
[Moni Ovadia, “La Stampa” in occasione della morte di Enzo Jannacci nell’aprile 2013]
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

AMAT 071 2072439
www.amatmarche.net


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071 202588
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dalle 9 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30

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DELLO SPETTACOLO DAL VIVO
071 2133600


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il giorno di spettacolo dalle ore 20


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www.vivaticket.it


BIGLIETTI

FABRIZIO DE ANDRÉ, DA MARINELLA A PRINCESA
da 8 a 10 euro
FUOCHI SULLA COLLINA
da 10 a 15 euro
"IL NOSTRO ENZO"... RICORDANDO JANNACCI
da 10 a 15 euro

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