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Giovedi 23 giugno alle ore 21 alla Gang del Pensiero in Via Corso Telesio 99, Saulo Lucci a grande richiesta dedica la serata del suo spettacolo “Hell O’ Dante” al più drammatico e romantico dei canti dell’Inferno, il V Canto, il canto di Paolo e Francesca.
Diversamente da quanto accade solitamente in Hell o’ Dante non sarà dunque estratto a sorte il canto dal pubblico , ma sarà proposto, a seguito della grande richiesta, uno dei canti più famosi e amati dell’intera opera dantesca, il V.
Paolo Malatesta e Francesca da Polenta sono due figure di amanti entrate a far parte dell'immaginario popolare sentimentale, pur appartenendo anche alla storia e alla letteratura. A loro è dedicata buona parte del V canto della Divina Commedia di Dante Alighieri. Nella Commedia, i due giovani - riminese lei (anche se nata a Ravenna), della vicina Verucchio lui - rappresentano le principali anime condannate alla pena dell'inferno dantesco, nel cerchio dei lussuriosi.
In vita furono cognati (Francesca era infatti sposata con Gianciotto, fratello di Paolo) e questo amore li condusse alla morte per mano del marito di Francesca. Francesca spiega al poeta come tutto accadde: leggendo il libro che spiegava l'amore tra Lancillotto e Ginevra, i due trovarono calore nel bacio tremante che alla fine si scambiano e che caratterizza l'inizio della loro passione.
“Hell O’ Dante” è uno spettacolo di narrazione in cui Saulo Lucci, attore e musicista, affronta in modo informale e ironico l’Inferno di Dante. Lucci narra l’Inferno dantesco sviscerando il canto,condendo il tutto con storie, ironia, canzoni e quant'altro verrà evocato dalla sua prodigiosa memoria.
“Hell O Dante” è uno spettacolo sempre nuovo che vi sorprenderà unendo l’alto e il basso, il sacro e il profano, il serio e il faceto, genio e sregolatezza.
L’attore illustra con un linguaggio semplice, ma ricco di riferimenti storici e filologici desunti da lunghi studi della critica dantesca, le bellissime pagine dell’Inferno, conducendo il pubblico attraverso i gironi infernali e rendendo vivi i suoi personaggi, umanizzando Dante e la sua guida Virgilio.
“Un progetto nato dopo che mi sono innamorato di questo testo - dichiara Saulo Lucci - e che volevo provare a intrecciare col mio mestiere, col mio mondo: quello del teatro”.
L’originalità non sta solo nella rivisitazione di quello che è considerato a tutti gli effetti un capolavoro della letteratura nostrana: Lucci non recita l’opera del “Sommo Poeta”, ma la interpreta interagendo con il pubblico, che diventa così spettatore e allo stesso tempo protagonista della sua performance. L’intento è quello di trasmettere il più possibile l’umanizzazione di quei personaggi che restano altissimi ma, e non bisogna mai dimenticarlo, erano comunque uomini. La sfida vera è provare a far capire agli spettatori, attraverso l’ironia e la musica, quali siano gli aspetti più terreni dei personaggi mitologici, come Ulisse o gli dei greci.