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GIUSEPPE CEDERNA L’ultima estate dell’Europa di Giuseppe Cederna e Augusto Golin Regia di RUGGERO CARA Musiche originali eseguite dal vivo di Alberto Capelli e Mauro Manzoni DOPO IL TUTTO ESAURITO AL TEATRO GOBETTI DI TORINO LO SPETTACOLO SULLA GRANDE GUERRA FA TAPPA ALLA GALLERIA TOLEDO DI NAPOLI DAL 29 GENNAIO AL 1 FEBBRAIO Da giovedì 29 a sabato 31 gennaio, alle ore 20:30, e domenica 1 febbraio, alle ore 18:00, Giuseppe Cederna è in scena allaGalleria Toledo di Napoli – via Concezione A Montecalvario, 34 - ingresso 15 euro; info 081425037 galleria.toledo@iol.it - con“L’ultima estate dell’Europa”. Musiche originali eseguite dal vivo di Alberto Capelli, alla chitarra e percussioni, e Mauro Manzoni, ai flauti, sassofoni e clarinetto basso. Questi i prossimi appuntamenti della tournée: Teatro Comunale di Boretto (Re) – 17 febbraio; Teatro Fraschini di Pavia - 27 febbraio; Teatro Biondo di Palermo – Sala Strehler - dal 12 al 22 marzo; Teatro Idea di Sambuca – 24 marzo. Sarajevo 28 giugno 1914. Sono le dieci del mattino di una splendida domenica di giugno. Fra quarantacinque minuti due colpi di pistola sconvolgeranno il mondo. In poco più di un mese Austria, Serbia, Russia, Germania, Francia e Inghilterra si dichiarano guerra. Poi sarà la volta del Giappone e degli Stati uniti. E l’Italia? L’Italia comincia a pensarci. Ma in realtà ci sta già pensando da molto tempo. Un tumulo informe di sacchi e legni anneriti dal fuoco- che diventerà fiume, trincea, montagna, cimitero- è la zattera a cui si aggrappa il protagonista dello spettacolo, un naufrago della Grande Guerra. Un sopravvissuto. Posseduto dall’implacabile progressione della memoria e incalzato dai temi musicali dei luoghi e dei personaggi, Giuseppe Cederna dà voce e corpo a quell’umanità di vittime e di carnefici che trasformarono l’Europa in un immenso mattatoio. Dai Futuristi ai Generali, dai fanti mandati a morire sul Carso e sull’Isonzo ai loro compagni di naufragio, quegli spettri usciti dalle trincee austriache, fino agli scrittori e ai poeti le cui parole, ancora oggi, ci illuminano e ci commuovono: Owen, Stuparich, Gadda, Ungaretti, Trilussa, Rumiz.Dall’esaltazione alla consapevolezza. Dalle “Radiose giornate di Maggio” alla notte di Caporetto. «La guerra è molto più vicina di quello che pensiamo - commenta Giuseppe Cederna - la guerra dorme dentro di noi. Per questo, raccontarne gli orrori ma anche il desiderio e la capacità di riscatto, è doloroso e necessario. Con la pietà della memoria e la miracolosa potenza delle storie, l’uomo riesce a ribellarsi all’umiliazione del corpo e dell’anima. Anche nell’orrore, talvolta, riusciamo a trovare la nostra umanità e dignità più profonde.»