Banda Putiferio in
“Milano in due tempi”
Canzoni, danze e letture tratte dai due nuovi spettacoli della Banda Putiferio
Giovedì 17 Maggio, ore 21
Villa Camperio - Via Confalonieri 55 - Villasanta (mb)
Mostra personale fotografica su Milano di Virgilio Carnisio
Organizzato dalla Pro Loco di Villasanta e col patrocinio del Comune
Primo tempo: “Balere assassine”
Il mondo del liscio ambrosiano tra la danza e le storie della Milano scomparsa, accompagnato dalle canzoni dell’epoca e dai ritratti cruenti e giocosi delle canzoni della Banda Putiferio tratte dal libro con cd “Liscio assassino” (Ed. Zona). Una allegra carrellata di danze curata dai ballerini Michele Cavenago e Romana Barbui de “Lo Stivale che Balla”, che, tra polke e mazurke indiavolate, sveleranno i passi di danza particolari e gustosi aneddoti sul liscio nato tra i navigli milanesi.
interverranno:
Costanza Covini - storica fisarmonicista del Maestro Pinotti
Valeria Cereda - cantante (Blue Filters)
Secondo tempo: “La ballata di Ezio Barbieri” e “L’altro nonno”
Ispirato alle gesta di Ezio Barbieri e Sandro Bezzi, altrimenti noti come “quelli dell’Aprilia nera” (due gangster che hanno operato su Milano e hinterland nell’immediato dopoguerra) il nuovo recital dei Banda Putiferio in cui passato e presente si fondono così in un’unica soluzione narrativa, scandita dall’importante presenza delle musiche – alcune scelte tra brani originali facenti parte dell’ultimo album dei Banda Putiferio, ed altre canzoni che compariranno nella graphic novel scritta da Antonio Serra (Bonelli) in uscita alla fine di quest’anno.
Minacciano la loro presenza:
Gianluca Mercadante - scrittore e giornalista
Antonio Serra - scrittore e redattore di “Bonelli editore”
Enrica Russo - attrice del “Collettivo Putiferio”
Mario Bertasa - attore, poeta ed autore
Virgilio Carnisio - fotografo
Banda Putiferio è un gruppo brianzolo che ha fatto nella ricerca di rinnovamento della canzone popolare e sociale il suo punto di riferimento. Attivo da una decade, ha sviluppato un modo molto laborioso per diffondere i suoi progetti. Quella che si dice, in ambienti apparentemente colti, "contaminazione", è la cifra creativa del progetto che si è spesso avvalsa della collaborazione di artisti che lavorano in ambiti affini. Nelle produzioni discografiche ed editoriali uscite sino ad oggi si è creato un "Collettivo Putiferio" che ha visto susseguirsi, tra gli altri: Andrea G. Pinketts, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, Bebo Storti, Daniele Sepe, Dario Fo e Franca Rame, David Thomas, Ivano Marescotti, Lia Celi, Lucia Vasini, Mauro Ermanno Giovanardi, Michele Serra, Nicoletta Vallorani, Roberto Brivio, Roberto "Freak" Antoni, Steve Piccolo. In questi anni, oltre a differenti riconoscimenti e spettacoli, è stato segnalato come gruppo “Antimafia” dal Festival “Musica contro le mafie”. Recentemente ha vinto il premio “Romagna Mia 2.0” come miglior gruppo di neo liscio, ideato da “Casadei Sonora” e “Mei”.
L’ Associazione Culturale milanese Lo Stivale che Balla ha come obiettivo principale documentare, promuovere, diffondere e valorizzazione la danza popolare, in particolare il patrimonio etnocoreutico italiano. L’Associazione ha realizzato un notevole archivio sulle danze in Italia contribuendo a significative pubblicazioni. Michele Cavenago e Romana Barbui da anni frequentano contesti tradizionali ancora vitali, in cui il ballo è patrimonio della collettività. A volte ricostruiscono, attraverso testimoni locali, pratiche coreutiche ora in disuso. Questo li ha portati a viaggiare in Italia, ma anche all’estero, seguendo le fila delle molte emigrazioni che hanno segnato il nostro paese (fino in Francia, in Svizzera, in Belgio, ma anche in Sudamerica). Nei loro contesti urbani la danza continua a parlare alle persone e ad offrire loro occasioni di incontro e di divertimento: l’esperienza squisitamente corporea (il ballare) nutre ognuno nella sua interezza di corpo e spirito.
Virgilio Carnisio si avvicina al mondo fotografico nel 1961-62. Dal 1968 inizia un lavoro di documentazione analitica del capoluogo lombardo, mosso dall’esigenza interiore diimmortalare quegli aspetti della città destinati a scomparire. Soggetti privilegiati sono vecchi cortili, case di ringhiera, osterie e antiche botteghe, attraverso cui intende restituire l’immagine della cosiddetta “vecchia Milano”. Da allora affina sempre più la sua ricerca, finalizzando il proprio linguaggio espressivo nell’ambito del reportage in bianconero di impostazione prevalentemente sociale, con cui affronta con successo altre realtà significative, come la sua amata Valsesia, l’Italia, l’Europa, l’Asia, fino all’America. Numerose sue fotografie sono apparse su giornali e riviste, libri e enciclopedie. Sue fotografie fanno parte di collezioni pubbliche e private, e di lui hanno scritto alcuni tra i più importanti giornalisti, critici ed esperti del settore, pubblicando redazionali su prestigiose testate. Ha partecipato a più di cento mostre collettive e realizzato centonovanta mostre personali, in ogni parte del mondo.
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