BEN VINCE sovrapposizione fluttuante di strati sonori
Un set, che ai soundscape trascendentali prodotti dai campionamenti e dagli intervalli tra suono e silenzio, unisce una gestualità fluida e – appunto – ipnotica.
Non un uragano come Colin Stetson, più una sovrapposizione fluttuante di strati sonori che stravolgono la percezione del tempo, e che nell’ultimo “Assimilation” incrociano le voci, le percussioni e i synth di Valentina Magaletti, Rupert Clervaux, Micachu e Merlin Nova.
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