BOY HARSHER Hi-nrg,BPM,Synth-pop
Tra un motel e l’altro ci aspetta una lunga corsa notturna al volante (Keep Driving, intro strumentale a dir poco cinematica), durante la quale Jae ci consegna languide melodie sensualmente sussurrate in bilico tra uno spoken biascicato e i ricordi di una spettrale Nico, mentre Augustus imbastisce un suono meglio definito e più cristallino rispetto al passato, ma non per questo meno fumoso e denso quando serve. Negli episodi più dinamici – LA, con passaggi quasi hi-nrg, e soprattutto la frenetica Come Closer e i suoi elevati BPM – i punti di contatto con i primi vagiti targati Boy Harsher sono ancora forti, ma ad emergere è una maggiore tendenza a un più levigato synth-pop: Fate, ad esempio, intarsiata su un synth leggiadro che sembra provenire da qualche dimenticata hit anni ottanta privata di qualsiasi colore o di qualsiasi verve radiofonica , o ancora la sua traccia gemella Tears – introdotta da suoni ad altezza Depeche Mode – e Lost, materiale che probabilmente non dispiacerebbe a Johnny Jewel
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