Alessio Bondì con “Maharìa” ha dato vita ad un’opera intensa e ispirata, porterà sul palco la magia da cui questo album ha preso ispirazione e accompagnerà il pubblico attraverso un viaggio interiore pieno di esplosioni di allegria, nostalgie solitarie, innamoramenti, eccessi di rabbia e incomprensioni, disillusioni e soluzioni.
Magia che aiuta a dialogare col regno dell’Irrazionale, in cui l’autore racconta di sortilegi, incantesimi, sogni, speranze e perdizioni. Di un amore vissuto come una sorta di sventura pregna di vitalità: chi si innamora in “Maharìa” si scopre euforico ed indifeso, condizione che in questo viaggio viene sondata ora in maniera ironica, ora drammatica, ora con incanto fanciullesco.
La lingua siciliana in quest’opera funge, quindi, da chiave magica per l’inconscio, in particolare con l’uso del dialetto palermitano autentico che racconta una verità sfuggevole e poetica, a cui partecipano l’istinto e l’eco di una storia millenaria. A queste latitudini c’è una Sicilia intima e luminosa, selvaggia e vera; un luogo lontano dagli stereotipi che da decenni ne limitano le potenzialità liriche. Ne risulta un racconto di vita letterario, stratificato, contraddittorio, come il fluire delle emozioni che si alternano in profondità.