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AUDITORIUM LATTUADA
Corso di Porta Vigentina 15/a
Milano (Milano)

AUDITORIUM LATTUADA•Corso di Porta Vigentina 15/a•MILANO

Comunicato stampa DOUBLE TRIO una lezione-concerto tra classica e jazz sull’opera 67 di D. Shostakovich inaugura “MILANO LATTUADA” una stagione di lezioni tra suoni e visioni venerdì 11 febbraio 2011 ore 19.30 Auditorium Lattuada - Corso di Porta Vigentina 15/a Milano, ingresso libero Da venerdì 11 febbraio fino a metà maggio 2011, l’Auditorium Lattuada in corso di Porta Vigentina 15 a Milano apre al pubblico, per la prima volta con cadenza settimanale: ogni martedì e venerdì alle ore 19.30. In programma 28 lezioni a tema musicale: 5 dedicate alla classica, 9 al jazz e 14 al cinema musicale. Ogni lezione, tenuta da docenti di Milano Civica Scuola di Musica o di Milano Cinema e Televisione, si concluderà con un’esecuzione degli allievi o con una proiezione. La lezione-concerto sull’opera 67 di Dimitri Shostakovich dal titolo Double Trio apre “Milano Lattuada”, una stagione di lezioni tra suoni e visioni proposta dalla Fondazione Milano®. Double Trio affronta la partitura come pagina aperta e conduce all’interno di uno studio sulla composizione del celebre musicista russo, letta dal punto di vista classico e poi tradotta in jazz dal maestro Enrico Intra. La lezione, condotta dai docenti Silva Costanzo e Maurizio Franco, si concluderà con l’esecuzione degli allievi dell’Istituto di Musica Classica e dei Civici Corsi di Jazz di Milano Civica Scuola di Musica. Un’ideale botta e risposta tra due trio, quello classico, composto da violino, violoncello e pianoforte, e quello jazz con il pianoforte e due flauti, uno traverso e l’altro elettrificato. Attraverso la musica si instaura un dialogo in tempi e stili diversi, in cui il presente è insieme uno scrigno per la ricchezza del passato e la sua tradizione, e per il germe dell’invenzione che conduce al futuro in un gioco continuo tra traduzione e trasformazione. L’ingresso alla serata dell’11 febbraio è libero, per i successivi appuntamenti è previsto l’ingresso con tessera. __________________ Milano Lattuada è un’iniziativa di Fondazione Milano® che si ispira alla figura del musicista Felice Lattuada (1882 - 1962), cui è intitolato l’Auditorium di corso di Porta Vigentina 15. La passione per musica, per il cinema e per l’insegnamento caratterizzano infatti la vita del compositore e direttore d’orchestra italiano. Lattuada è ricordato per sue composizioni di musica sinfonica, di opere e di operette e per aver diretto l\'orchestra del Teatro Dal Verme e del Teatro alla Scala. Per il cinema lavorò come compositore di colonne sonore tra il 1931 e il 1953, e fu padre del noto regista Alberto Lattuada. Fu inoltre direttore della Civica Scuola di Musica dal 1934 fino alla sua scomparsa, nel 1962, determinando una trasformazione nella didattica che per certi versi ancora la caratterizza. Informazioni e prenotazioni: Milano Civica Scuola di Musica 02.313334 info_musica@scmmi.it Laura Zanetti 331.1957812 l.zanetti@fondazionemilano.eu Alessandra Arcidiaco 339.8530339 a.arcidiaco@fondazionemilano.eu DOUBLE TRIO una lezione-concerto tra classica e jazz sull’opera 67 di D. Shostakovich La lezione “Avvicinarsi ad un’opera di Shostakovich” dice Silva Costanzo, docente di pianoforte della Civica Scuola di Musica, è come guardare un prisma di cristallo: i triangoli netti e le immagini riflesse, la forma classica e le molteplici sfaccettature della luce, del tempo e dello spazio. Da una parte lo stile formale e tecnico di Beethoven, dall’altra il clima delle scuole nazionali russe, quella più tradizionale di Tchaikovsky e quella più cosmopolita di Borodin e Stravinskij. Così, questo trio ‘elegiaco’, nella tradizione di Rachmaninov e Tchaikovsky, datato 1944, si presenta in tre tempi: moderato, allegro non troppo e allegretto. “Ci siamo avvicinati allo studio di quest’opera” prosegue Costanzo “con l’attenzione e la cura per il testo, per le indicazioni di dinamiche, ‘umori’ sonori e ritmici indicati dal compositore, inizialmente con la severità richiesta da un clima di presagio, poi con il sorriso di una danza liberatoria, ma sempre sul filo del dramma imminente. L’ironia, il gioco, a tratti la dolcezza attraversano questi tre tempi, dove gli strumenti dialogano con sonorità eteree, come gli armonici degli archi e il suono sordo del piano, seguiti da effetti più spettacolari e virtuosi che si risolvono in un’impressione di rituale liturgico, come nella passacaglia del secondo tempo, forse il cuore spirituale dell’opera. Il finale è forse il più elaborato dal punto di vista strumentale: questo rondò in forma sonata si sviluppa intorno a un tema macabro e sinistro esposto dal violino e successivamente accompagnato da un curioso ritmo di danza di violoncello e pianoforte. Dopo un gioco di contrapposizioni fra arabeschi del pianoforte e intrusioni danzanti degli archi, finalmente i tre strumenti si riconciliano nella coda in un corale maestoso in mi maggiore. Quasi un distendersi della tensione, dopo un vissuto intenso e contrastante.” “L’interpretazione jazzistica del trio di Shostakovich” spiega Maurizio Franco, coordinatore didattico dei Civici Corsi di Jazz, “realizzata da studenti dei Civici Corsi di Jazz sotto la guida di Enrico Intra, è un esempio di un modo di fare e concepire la musica nel quale anche una partitura rigorosa e prescrittiva può diventare, almeno in parte, una pagina aperta. Nel jazz, l’atteggiamento del musicista è sempre rivolto alla personalizzazione di quanto viene suonato, anche se occorre possedere la consapevolezza della tipologia compositiva, delle caratteristiche dei brani che si affrontano. La stessa storia jazzistica ha più volte proposto rielaborazioni di musica proveniente dal mondo euro colto, per esempio le grandi orchestre del periodo Swing, ma anche in innumerevoli altre occasioni: quindi l’attuale operazione rientra in un ambito che ha avuto molteplici frequentazioni, ognuna legata alla poetica personale dei musicisti che le hanno realizzate. Nel caso del trio di Shostakovich si assiste a quello che viene definito ‘estemporizzazione’, cioè un’interpretazione che parte da quanto scritto in partitura, rielaborato in chiave personalizzante: in particolare, dal punto di vista della pronuncia e del trattamento della componente ritmica, della disposizione della voce di alcuni accordi, del modo in cui viene modificata la stessa melodia, oltre che nell’organico, non più violino, violoncello e pianoforte, ma quest’ultimo con due flauti, uno traverso e l’altro diritto elettrificato. Naturalmente sono state aperte alcune finestre nelle quali poter inserire cadenze improvvisate, ma non è questo che fa diventare più o meno jazzistico un brano, bensì il modo stesso in cui viene letta la partitura, nella quale riconosciamo le idee originali, ma capiamo che non si tratta di un’operazione di fedeltà al testo, bensì di una trasformazione in cui quest’ultimo diventa solo una guida per i musicisti e non il fine ultimo dell’esecuzione. L’approccio aperto viene mantenuto dal fatto che Enrico Intra non ha sovrapposto scrittura a scrittura, ma ha dato indicazioni orali, come spesso si usa nel jazz, provando e riprovando con i musicisti l’andamento del trio che, alla fine, diventa qualcosa di differente da come è stato pensato dal suo autore, senza perdere però il senso della sua origine.” L’esecuzione Opera 67 di Dimitri Shostakovich TRIO Jacopo Ogliari, violino; Rustem Smagulov, violoncello; Yoko Kimura, pianoforte guidati da Silva Costanzo TRIO Giulia Finazzi, flauto; Gianluca Barbaro, flauto diritto elettrificato; Giulia Molteni, pianoforte guidati da Enrico Intra I docenti Enrico Intra - Pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra tra i più importanti nella storia del jazz europeo, ma anche organizzatore e ideatore di eventi e che hanno inciso nel tessuto socioculturale italiano (come il lancio del cabaret con la fondazione dell’Intra’s Derby Club), Enrico Intra ha attraversato da protagonista oltre mezzo secolo di vita musicale. Affermatosi giovanissimo negli anni ’50, ottenendo in pochi anni una serie di significativi riconoscimenti internazionali, ha sviluppato una poetica tesa all’incontro tra il linguaggio più squisitamente jazzistico e la musica europea contemporanea di matrice colta, e per questo è stato tra i primi musicisti italiani a elaborare un concetto “europeo” di jazz. Nella sua musica unisce un profondo legame con la tradizione jazzistica, il blues e l’adesione alle tendenze più radicali della scena musicale. Le sue composizioni si configurano come vere e proprie sfide a schemi formali ed espressivi consolidati e spaziano dal blues alla musica sacra (la Messa d’Oggi e la rilettura elettronica e strumentale dei cicli del gregoriano ne sono un notevole esempio). Tra i suoi capolavori realizzati a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 si segnalano Archetipo, To The Victims Of The Vietnam, Nuova Civiltà: di quest’ultima esiste una memorabile versione discografica cui ha partecipato Gerry Mulligan, considerata dalla critica internazionale una delle più importanti opere non da leader del celebre sassofonista e compositore americano. Dalla seconda meta degli anni ’80 sviluppa in forme sempre nuove il progetto “Sound Movie”, basato sull’improvvisazione totale realizzata in contrappunto alla proiezione di famosi film del cinema muto di matrice espressionista (con compagni di avventura del calibro di Markus Stockhausen, Roberto Fabbriciani, Mauro Negri, Franco D’Andrea, Marco Vaggi, tra gli altri) e contemporaneamente elabora una personale e originalissima ricerca sui suoni elettronici che fa di lui uno dei tastieristi di punta a livello internazionale. La sua attività musicale lo ha visto anche arrangiatore di successo e direttore d’orchestra in famosi programmi televisivi: celebre è il sodalizio musicale che lo lega a Franco Cerri, con cui condivide da un quarto di secolo la leadership di un quartetto trasformatosi nel tempo in un vero e proprio “doppio trio”. Con Cerri è uno dei fondatori dell’Associazione Culturale Musica Oggi (Ambrogino d’Oro del Comune di Milano nel 2003), di cui il terzo esponente è il musicologo Maurizio Franco, con cui Intra ha stabilito (fatto rarissimo in campo musicale) un forte connubio culturale. Dal 1987, Musica Oggi è responsabile dei Civici Corsi di Jazz di Milano, una delle principali realtà didattiche europee, di cui Intra è direttore, e in seno ai quali ha formato la Civica Jazz Band, che dirige con entusiasmo e che ha fatto diventare una delle orchestre di rilievo della scena italiana, protagonista da anni di un’importante stagione al Piccolo Teatro di Milano. Da decenni, la sua attività si estende anche all’ambito dell’organizzazione di festival e rassegne concertistiche di forte valenza culturale. Nel 2008 ha vinto il referendum della critica della rivista Musica&Dischi con l’album Liebman Meets Intra. Maurizio Franco - musicologo, didatta e saggista, è direttore didattico e docente di Storia ed estetica del jazz ai Civici Corsi di Jazz e insegna nei Conservatori di Como e Parma. Vicepresidente di Musica Oggi (Presidente Enrico Intra), è direttore artistico di Iseo Jazz, Atelier Musicale e Orchestra Senza Confini – Jazz al Piccolo teatro. Collabora con la Rete Culturale della Radio della Svizzera Italiana, scrive per Musica Jazz, Musica&Dischi, Musica/Realtà. Ha pubblicato diversi libri di argomento jazzistico, tra cui Il jazz e il suo linguaggio. Silva Costanzo - Pianista con una particolare attitudine per l’interpretazione della musica del XX secolo, ha avuto come maestri Spiotta, Romanini, Deckers e Perticaroli. Ha suonato in qualità di solista, camerista, pianista d’orchestra ed ensemble, maestro collaboratore, per prestigiose istituzioni, fra le quali Gioventù Musicale Italiana, Orchestra Cantelli, Conservatorio G. Verdi di Milano, Novurgia, Warsaw Autumn, Festival Petrassi, Teatro Comunale di Bologna, Università Cattolica, Statale e Bocconi di Milano, Teatro Chiabrera di Savona, Amici del Museo del Teatro alla Scala, Festival Milano Musica, Nuove Sincronie, Nuova Consonanza, I Concerti del Quirinale, Parco della Musica di Roma, Tokyo Opera City House, Milano Civica Scuola di Musica, Creation & Permanence di Avignone, Museo di Arte Moderna e Contemporanea e Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo. Per il Teatro Alla Scala ha suonato al Piccolo Teatro e Piccolo Teatro Studio di Milano e al Teatro S. Martin di Buenos Aires. Ha inciso per Nuova Era e Rugginenti. Collabora stabilmente con Mario Caroli e l\'Ensemble Algoritmo. Insegna pianoforte e musica da camera presso Milano Civica Scuola di Musica.

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